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      83 Se il Giusti, recitato qualche verso, vedeva che i suoi uditori non intendevano, concludeva che non aveva saputo spiegarsi; se tutti non concordavano nella sua idea, concludeva che la sua idea non esprimeva il concetto di tutti; se gli vedeva ridere, approvare, commuoversi, concludeva aver dato nel segno. Fra gli altri vantaggi che gli recava questo recitare i suoi versi a tutti, e specialmente alle donne costumate e gentili, non era ultimo quello di tener la satira lontana dalla scurrilità che l'aveva deturpata anco nelle mani dei grandi scrittori. E quanto era attento a raccogliere le spontanee impressioni che destava nei suoi uditori, tanto era docile nell'accettare i consigli delle persone stimate e stimabili; mostrando con ciò che l'umiltà dovrebbe essere non solamente virtù da cristiani, ma da letterati. Tutto il cervello non è in una testa, dice il proverbio; e i Francesi dicono: Il y a quelqu'un qui a plus d'esprit que Voltaire: c'est tout le monde.
      Fatte queste prime esperienze, metteva da parte il lavoro, cercando dimenticarselo, per poter poi meglio giudicarne da sè. Scorso qualche tempo, ritornava all'opera, disfacendo, rifacendo, e con sapiente severità tutto ponderando84 dalle idee fino alle virgole che qualche volta divengon idee. La lima per lui non era un tormento, era una voluttà; e pochi come lui hanno saputo adoprarla sì maestrevolmente, sì dolcemente, in modo da non lasciarne più scorger le tracce. Bisogna vedere le sue minute: paion carte geografiche; bisogna vedere come un'idea in principio non chiara, non completa, non bella, acquista gradatamente sotto la sua mano, grazia, efficacia, splendore.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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