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      Era in cima dei suoi pensieri veder l'Italia unita, tutta d'un pezzo come la fece Iddio, non come l'hanno sbranata gli uomini.105 A chi voleva dividere il bel paese in tre parti, cioè Alta Italia, Bassa Italia ed Italia Centrale, rispondeva con maliziosa ingenuità: — Io sono più discreto di voi: — Perchè? — Perchè voi volete tre patrie, e io mi contenterei d'una sola. E quando taluno tenevasi d'esser toscano, gli faceva notare che essendo la Toscana la sedicesima parte d'Italia, veniva senza volerlo a vantarsi d'essere un italiano in sedicesimo. Ad ottenere questa sospirata unità, avrebbe il Giusti desiderato vederci tutti raccolti in un solo pensiero anche a costo di sacrificare le sue opinioni medesime, pensando con Dante: «che, le grandi cose per la discordia in breve tornano a niente, e le piccole per la concordia crescono in infinito.»106 E di questa sua apparente instabilità egli dava ragione scrivendo ai direttori della Rivista di Firenze.107
      «Io sono un liberale curiosissimo; un liberale, figuratevi, che lascia a tutti libertà di parola; un liberale che non vuol essere nè ministro, nè capopopolo; un liberale che non può patire le millanterie, i ciarlatani, i vagabondi; un liberale che non solamente non campa di sospetti, ma che sarebbe l'uomo il più disperato se avesse a sospettare di tutto e di tutti, come si compiacciono di fare parecchi de' suoi fratelli. Poi, vedete stranezza, io gridava quando gli altri tacevano, ora che tutti gridano, sto zitto; e notate bene che non ho avuti impieghi.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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