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      Ha condotta la sua opera degli Annali di Francia fino all'Editto di Nantes inclusive, e dice d'esserne affaticato ed abbisognare di riposo. Ora scrive d'economia politica. Sotto i torchi ha un libro sulle libere Costituzioni, concepito già da 40 anni.
      Cresce la venerazione per gli uomini sommi quando paragoniamo la loro modestia, la integrità, la semplicità della vita, alla jattanza, alla mala fede alla rumorosa ciarlataneria delle nostre crescenti speranze.
      Ora si va con motti e con iscedeA predicare; e pur che ben si rida,
      Gonfia il cappuccio, e più non si richiede.
      2.
      Ad Andrea Francioni.
      Pescia, 20 ottobre 1836.
      Caro Francioni.
      Questo mese semiserio è fatto proprio per me, che sono di natura tra il malinconico e il bernesco; esso mi fa uscire la voglia dei libri, e mi mette la smania nelle gambe. Ho percorsi tutti i poggi circonvicini, ho riveduto tutti i viottoli dei campi e delle selve paesane, e di nuovo sono andato in visibilio per una buona mezz'ora ai bei colpi d'occhio, che di passo in passo si presentano su queste vette,
      Popolate d'olivi e di castagni.
      La notte della prima domenica d'ottobre, cadde una pioggia tanto dirotta, che le più piccole fosse doventarono torrenti: tuoni e lampi e saette che pareva la fine del mondo. Qui da noi il guasto fu poco o niente, e con quattro rabberciamenti di mura o di cigli, n'uscimmo come Dio volte. A chi toccò il male, il malanno e l'uscio addosso, fu a' poveri Lucchesi, a danno de' quali congiurarono, sul gusto della Santa Alleanza, la Lima e altri quattro o cinque torrenti.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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