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      Colà Beniamino Franklin troverebbe gli operosi agricoltori per una nuova colonia; un cardinal Ruffo i Fra Diavoli e i Trentacapilli.
      Domandai ad una vecchia che passò per la prima sul ponte: — Dilemmi, donnina, dov'era la buca del Diavolo? — Ci guardò dispettosamente, brontolò non so che cosa, e tirò via senza rispondere. Noi però ci accorgemmo che avea temuto d'esser burlata. Un uomo con un carico di legno addosso fu un poco più cortese, e fermandosi alla stessa dimanda, ci mostrò con un piede ov'era una volta quella buca. — O il fatto (domandai) come andò? lo sapete? — Che vuol che gli dica? (rispose); raccontano che San Giugliano, quando fece il ponte, per finire quest'arco chiamò quell'amico, e gli disse che l'aiutasse; ma chi sa poi se è vero?... — Perchè no? Dunque? — Chiese aiuto al.... gli chiese aiuto (qui ci accorgemmo che il buon uomo aveva scrupolo a nominare il Diavolo), e gli promesse la prim'anima che ci fosse passata su. Quando fu finito, San Giugliano, per canzonarlo, di laggiù di fondo aizzò un cane, e poi gli tirò una stiacciata su per il ponte: il cane corse dietro, e qui dove tocco col piè agguantò la stiacciata: quello che stava a vedere chi passava il primo, subito gli dà addosso, e quando trovò che era un cane, invece d'un cristiano, lo prese, lo scaraventò con tanta rabbia in terra, che sfondò qui, passò di sotto. Ma non sarà vero: lo dicono, ma chi c'era allora? — E tutto questo ci diceva con quel sorriso e quella disinvoltura caricata, che si suol prendere quando per paura di sentirsi burlare in un'opinione, ci protestiamo d'essere del parere opposto; lo che suol dirsi — metter le mani avanti per non cascare.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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