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      Le occupazioni dell'avvocatura debbono assorbirti molta parte del tempo, ma nel carnevale qualche ora si dà allo svago. Se ti diletti di maschere, eccoti in questi versi un vero giovedì grasso per lanterna magica.
      Se vuoi, leggilo agli amici ed ai conoscenti, nota le correzioni tacite ed espresse, e non avermi pietà nè misericordia. Questa copia serbala per te, ma per l'amicizia che è e sarà sempre fra noi, non farla trascrivere a nessuno, perchè sono stufo di veder girare queste buffonate colle stroppiature degli altri; bastano le mie.
      23.
      A Pietro Papini.
      Caro Piero.
      Mi duole assai dell'esame poco avventurato, ma so benissimo, e Montanelli meglio di me, che da un esame andato male o bene, non si può giudicare d'un giovane.
      Lasciamela dire come la penso, e giacchè hai fiducia in me, prendi un consiglio, e fai a modo mio. Vedi prima se c'è modo di rimettersi in giorno, e cerca di vincere certe difficoltà; io intanto scriverò a Martolini: ma soprattutto modera la lingua, perdio, te t'ho detto altre volte. Non ti sei accorto ancora che nel mondo vi sono taluni che incapaci d'elevarsi un pollice, mirano di per sè stessi a inalzarsi sulle rovine degli altri? Forse non hai vissuto abbastanza per persuaderti di questa verità. Ebbene, di questi sciagurati, di questi rettili insidiosi voi scolari ne siete circondati in Sapienza, all'Ussero e anco in..... Tutto il branco dei miserabili che piovono costà a ingollare o l'Heineccio, o Ippocrate, o Euclide, e che per fas o per nefas mirano ad arrampicarsi alla Depositeria, fanno il noviziato dello spionaggio e del tradimento (solita scala agl'impieghi) alle spalle dei sinceroni che credono incapaci gli altri d'una turpitudine, solamente perchè non se la sentono in core.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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