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      Scegli pochi e buoni, e con quelli apriti; cogli altri, e specialmente coi ragazzi che son detti di senno e morigerati e come tali proposti per modello, alla larga come dalla peste bubbonica.
      24.
      A Piero Guicciardini.
      Mio ottimo amico.
      Ho bisogno di consiglio e d'aiuto in una cosa che mi sta a cuore da tanto tempo, in un desiderio che ho comune con voi, con questa differenza, che voi potete soddisfarlo ed io non ne ho per ora che la speranza, voglio dire il bene dell'umanità. Il mio paese, felice per la salubrità dell'aria, ricco e fiorente per agricoltura e per commercio, e lieto quanto mai per la vita agiata e per l'umore vivo e pronto degli abitanti, non si avvantaggia di tutto questo come potrebbe, perchè alla comodità del vivere non va unita l'educazione del cuore e della mente. Voi vedrete una folla di ragazzi pieni di brio, dotati delle più belle disposizioni, vagabondi per le piazze e per le vie, aguzzare quell'ingegno del quale soprabbondano, alle piccole bricconate, ai leggeri furti, agli scherzi inonesti, onde si deturpa la vaghezza di quell'età o si corrompe l'animo tenero e di facile impressione.
      Io, fino dal tempo che viveva qua, vedendo questi giovinetti trascurati abbandonarsi ai loro giochi e spiegare un'attitudine non comune e alla ginnastica e alle cose d'imitazione, e singolarmente alla musica, pensava (e lo pensavano meco i migliori): queste povere creature che andando su questo piede cresceranno divagati e inscienti del bene, di che non sarebbero capaci se qualcuno ne prendesse cura?


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Piero Guicciardini