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      E perchè mi pare che dalla troppa correntezza e dal rigore soverchio derivi principalmente il veleno che guasta la naturale bontà, l'indole docile e pacata della donna, voglio che le mie parole vi ricordino le origini e le conseguenze di questi due pessimi modi d'educazione. . . . (Non continua.)
      25.
      Mio caro.
      Quei pochi versi che indirizzaste al..... mi hanno fatto nascere il desiderio di conoscervi. Essi annunziano un ingegno vivace, e quello che stimo assai più, un'anima gentile. Se non vi lascerete vincere dalla lode conseguirete un posto molto eminente fra gli scrittori d'oggidì, ed io ve ne faccio già già le mie congratulazioni. Ma badate (dirò col satirico latino) alla razza nemica degli amici che encomiano gl'ingegni mediocri incapaci di elevarsi da per sè; si accodano ai migliori per partecipare almeno in vita alla loro fama: in poche parole son mosche che arano il suolo. Essi porteranno al cielo i vostri versi, ed è ragione che vi sieno lodati perchè sono buoni, e, se è vero quello che mi vien detto di voi, superiori alla vostra età; ma non vi diranno quello che vi dirò io, che, sebbene lontano e non conosciuto da voi, sono sollecito del vostro buon nome quanto altri mai: prendete dunque in buona parte le mie osservazioncelle, e se vi paiono da attendersi, profittatene. Voi siete in quell'età
      . . . . . . . . che donaDella propria virtù pregio alla vita.
      Tutto deve sorridere intorno a voi, perchè la vostra condizione non è tale da turbarvi questa gioia unica, fuggitiva, de' primi anni.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416