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      14° Il Congresso dei Dotti: contro l'oscurantismo.
      15° Descrizione d'un ballo: contro il bon-ton e contro questa licenza di ammetter tutti, purchè abbiano una giubba a coda di rondine.
      Forse ne avrò qualcun altro, e forse anche ne farò o ne immaginerò dei nuovi. Vedi che avrei chiappato parecchi, ma c'è da fare tuttavia, ed io non mi contento mai, mai.
      Mi duole che tu vada via perchè avrei desiderato di darti il mio scartafaccio, e quando l'avessi ben bene esaminato, avrei voluto chiudermi teco due ore per volta per otto o dieci giorni in via delle Torricelle, e fare insieme un bucato generale a queste bizzarrie. Se non possiamo farlo per ora, lo faremo fra sei mesi; in ogni modo voglio che tu mi contenti in questo desiderio che ho da gran tempo di consigliarmi teco e con altri simili a te.
      Tu riporterai certamente grandissima utilità dai tuoi viaggi e per te e per gli altri, ma non ti rincresca l'idea di riposarti un giorno o l'altro: pensa che gli amici ne vogliono la parte loro, e non bisogna poi eluderci sempre così. Nel tempo che ti dico questo, ti confesso che se fossi libero come sei tu, non avrei terreno fermo un momento. Sai quanto tempo è che desidero di vedere tutto il mio paese! Per ora i miei desiderii non passano le Alpi, nè il mare siciliano; ma non è ancora tempo per mille ragioni.
      Per quello poi che riguarda il promuovere qui in Pescia qualcosa di pubblica utilità, permettimi di passarmela in silenzio.
      Gran peste dei tempi tutti fuLa gente nuova e i subiti guadagni,


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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