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      Ma è meglio finirla per non incorrere nella scomunica giornalistica dei nostri letterati frateschi, autori d'inni sacri ed altre buscherate fatte per la libidine d'andar dietro al Manzoni che meritava di non avere a imitatori gli atei che fanno il salmista e il predicatore.
      Mi conservi la sua buona amicizia.
      36.
      Mio caro.
      Taluni udendomi confessare liberamente i miei vizi mi negarono il merito della sincerità e lo credettero un raffinamento d'ipocrisia. Fra costoro credo che alcuno volesse essere ingiusto meco per punirmi d'avere umiliato la sua superbia. Pensaci.... non è così? Ma non è meglio mostrarsi nudi, e dire: eccomi qua; commendate il buono, se ne trovate in me; compatite o ancora biasimate tutto quello che vi par cattivo? Che ho guadagnato io quando mi son fatto più alto di quello che sono; quando mi son circondato di nebbia? Fu un tempo nel quale pensai che fosse bene per la tranquillità della vita indossare il manto degli Scribi e de' Farisei, perchè vedeva mille Don Pirloni spiranti santità e odore di piissime opere e di beatissima vita, avvolgersi tacitamente in tutte le sozzure, e contaminare le cose più pure, e strisciarsi sui beni del mondo che mostrano dispregiare come tanti lumaconi sulle rose. Ma l'arte di questi santi birichini mi stava bene come la parrucca con la coda.... Vuoi saperla schietta? Ho piacere che essi m'abbiano per un poco di buono; se m'avessero per amico, somiglierei loro; m'odiano? è segno che c'è diversità fra noi: il mondo giudicherà. — Ma tu vorrai essere ingiusto meco?


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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