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      Le persone legate a me dal vincolo del sangue, quelle che il mio core ha predilette, si sono rivolte contro di me. Il dolore è stato più forte, perchè non è scemato l'affetto.
      Quando il mio cuore doventasse insensibile alle ingiurie, lo strapperò dal mio seno; l'obbligherò a tacere per sempre.
      37.
      A Don Lorenzo Tarli.*
      Pescia, 24 giugno 1840.
      Caro Tarli.
      .... Con me lascia pure da parte i ringraziamenti, chè io sono abbastanza appagato del poterti fare un servigio. Non m'è uscito e non m'escirà mai di mente il tempo nel quale tu mi sei stato guida e lume in questo dubitoso cammino della vita. Avesse voluto il Cielo che i miei primi passi non fossero stati guidati da altri! Dal tuo freno veramente dolce e soave, passai a patire il duro morso dei villanacci che in tonaca di Prefetto esercitano la loro zotica tirannia pei Collegi e pei Seminari, e ne porto tuttavia insanguinate le mascelle, e l'animo inasprito. Noi, quando c'era concesso un più largo spazio di tempo per ricrearci, andavamo per le chiese e per le gallerie ad ammirare i capolavori dell'arte, e questo desiderio delle cose belle e gentili che sento ogni giorno più vivo nell'animo, germoglia ancora dal seme che tu vi spargesti. Lorenzo Tarli e Andrea Francioni, saranno nomi sempre cari e onorati per me: io non mi sazio di ridirlo ogni volta che mi se ne porge l'occasione, a voi soli debbo quel poco che so, perchè voi soli sapeste educarmi al bisogno dell'istruzione. Quando vi rividi per la prima volta dopo tanti anni, mi parve di rivivere ad una vita migliore, ad una vita della quale non mi rimaneva che una traccia lieve nel profondo del cuore, alla vita insomma dei miei dodici anni, tutta piena di speranza e di desiderii gentili.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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