Pagina (176/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E' stata una vera gioia per tutti il vedete che i ritratti che avevamo di Dante erano veri, e che almeno in quanto a lui non avevamo adorato un idolo bugiardo. Nella stessa pittura deve esistere anco il ritratto di Brunetto Latini e di Corso Donati, ma ho paura che non giungeranno mai con certezza ad appurarli fra tante figure che vi sono rappresentate.
      Mayer č a Livorno da molti giorni, uscito dalle ranfie di Papa Gregorio. Per ora sta lą a consolare la madre, e fa benissimo, poi verrą qua a rallegrare gli amici. Se io abbia goduto della sua liberazione non me lo stia a domandare, molto pił che temeva che il caldo potesse nuocergli a Roma insalubre, in Castel Sant'Angelo insalubrissimo; e poiTra male gatte era venuto il sorco.
      Ella non m'ha fatta parola di Giovannino: se sta bene, se lo tormenta pił la smania d'aver un cavallo, e la paura d'andare in Seminario a prender l'aspetto d'un peperone. Gli dirą tante cose da parte mia, e lo consoli della mancanza del polledro, e della necessitą di subire qualche anno di reclusione: pazienza e scarpe ben risolate lo consoleranno dell'uno e dell'altro infortunio.
      Se le abbisogna qualcosa di qua, mi comandi liberamente e mi conservi la sua buona amicizia.
      41.
      A Enrico Mayer.*
      Firenze, 18 agosto 1840.
      Mio caro Enrico.
      Vieusseux m'aveva parlato di versi fatti da te agli amici nel gran gabbione di Papa Gregorio, ma non m'aveva detto che fra questi ve ne fossero alcuni diretti a me particolarmente. Quanto m'abbia fatto piacere il saperlo ora da te medesimo, e quanto me ne tenga, non te lo so dire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Dante Brunetto Latini Corso Donati Livorno Papa Gregorio Roma Castel Sant'Angelo Giovannino Seminario Enrico Mayer Enrico Papa Gregorio