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      Ecco come si lascia scritto il proprio nome. E giacchè, a proposito del Pananti, ho detto della lingua che parlano in tutte quelle montagne, eccoti pochi appunti presi cammin facendo.....139
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      Il mercoledì andammo all'Abetone tredici miglia discosto da San Marcello, trentadue da Pistoia e cinquantadue da Firenze. A mezza strada s'incontra il famoso Ponte a Sestaione che congiunge due poggi, opera meravigliosa del Ximenes. Ci dissero che la strada doveva esser tracciata un po' diversamente, e sarebbe stata più comoda, ma che il Ximenes la tagliò di lì perchè su per quei luoghi gli piacque una certa montaninotta chiamata Regina, per la quale quel luogo s'è poi sempre chiamato Le Regine. Ho creduto bene di dirlo per suggerire una citazione ai periti che ultimamente rifecero il catasto, se mai fossero accusati d'essere stati troppo a misurare le campagne qua e là. La foresta degli Abeti è assai bella, ma è stata danneggiata assai per l'addietro, e generalmente parlando quelle sommità sono state diboscate tutte alla peggio, con grave danno del paese più basso e della pianura che ha sofferto guasti inestimabili dalle inondazioni e dal rovinío delle ture montane operato dalle acque non più ritenute dalla foresta. Toccammo il confine di Modena e ci parve di camminare sui pettini da lino, sebbene adesso anche quel Messere cominci a puzzare di tollerante.
      Ma eccomi al più importante. La mattina di poi, a buon'ora, ci partimmo da San Marcello per tornare a casa, e prendemmo la volta di Gavinana.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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