Pagina (210/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tornava poi col vassoio delle bruciate da una mano, e quello dei brigidini dall'altra, e il Dottore dietro dietro co' bicchieri a mescere il vino. C'era tra l'altre una vecchia contadina di casa, con un cappello da omo che pareva uno staio. Uno di noi le disse scherzando: — E voi, massaia, non ballate? — O che crede? (rispose) a tempo mio le mi' buscherate l'ho fatte anch'io, sa? — Eh! siete sempre a tempo. — Sie, gua'! sono ottanta sonati, sa? — Avrai notato che gli anni fino a un certo punto si tirano a scemare; passata la linea, e visto che oramai quel che è stato è stato, se prima si diceva trenta invece di quarantotto, allora invece di settanta si dice novanta; e all'ambizione delle carni sode, succede quella delle grinze. Qui entrò in terzo il Dottore e disse: — La nostra nonna, eh? e come si ribrezza tuttavia! lo fareste un tresconcino? Sta a vedere che lo fareste? — E allora tutti: — Sì fatelo, fatelo; via fatelo, qui col so' Dottore; si; l'ha a fare anco lei: se lo fa Pasqua, l'ha a fare anco lei: bambini, riprendetevi per la mano: Mosca, Mosca (il capo violino), su un po' di trescone. — E la vecchia tirata in mezzo come Cristo sulla croce, in mezzo agli urli e alle chioccate di mano, buttò via il cappellaccio e cominciò a ringarzullirsi e a rizzare il collo come un galletto, e preso il tempo del suono, eccotela a prillare141 sulle punte dei piedi, ritta intenta e colle mani sui fianchi che pareva un fuso co' manichi. Il Dottore la secondava sciamannato e disadatto, buttando le gambe a íccasse, come si vede fare a un par di calzoni quando gli scuotono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Dottore Dottore Dottore Pasqua Mosca Mosca Cristo Dottore