Pagina (216/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io senza andarmi a lambiccare il cervello con tante prediche inutili vorrei che la rivoluzione si facesse coi Rispetti e col panno di Casentino. Oh l'avrò detta bella! oramai me la passi, e seguiti a volermi bene.
      54.
      Pescia.....
      Caro Amico.
      Comincerò dal congratularmi con voi per la promozione del bravo fratello al posto di pubblico professore, unico impiego forse al quale adesso il galantuomo possa aspirare senza rimorso.
      Voglia il cielo che quell'ottimo giovaneSillogizzando invidïosi veri
      non incontri la sorte di Pigli e di Marzucchi. Ma sia che vuole, purchè le solenni speranze della gioventù e della patria non siano tradite; ed ei non le tradirà consigliato da voi e dal suo proprio cuore.
      Ma quello perchè vi scrivo specialmente è per farvi rammentare che mi siete tuttora debitore di non so quale opuscolo che cinque mesi sono mi diceste essere sotto i torchi a Lugano. Se è passato liscio dalle Gabelle italiane, non me ne private più lungamente, perchè io ho letto pochissimo del vostro, e quel poco mi ha lasciato desiderio del più. Nè studio complimenti, perchè sono sicurissimo che voi m'ascoltereste senz'ira anco quando vi aprissi lealmente la mia opinione; chè voi non appartenete certo alla dotta aristocrazia, i membri della quale non ammettono i giovani alla loro mistica cortina, se prima non proferiscono dal profondo del cuore: Domine ne in furore tuo arguas me neque in ira tua corripias me.
      Sono a Pescia da quattro mesi, fuggito dall'ombra della Cupola del Duomo che aduggia le viscere a noi rozzi ma sanissimi abitatori delle belle provincie.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Rispetti Casentino Amico Pigli Marzucchi Lugano Gabelle Domine Pescia Cupola Duomo