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      Mi sovviene d'averli detti a qualcuno e d'avere osservato che non dispiacevano per la parte dell'effetto: tanto mi basta. Del rimanente gli amici sanno che io non scrivo in questo genere. Non ostante Ella mi faccia il piacere di passarli alla Palli, che io non conosco e che vorrei conoscere. Una donna, e una donna di mente poetica, ci vedrà quello che non ci vedo io. Da parte mia le dica che tagli, che muti, che ne faccia quello che crede, che io sarò arcicontento in ogni modo, e che mi rimetto in Lei. Non lasci d'inserire quelle note, perchè le credo necessarie per me e per la Strenna.
      Promisi molto, ho mandato pochissimo; abbia pazienza e rifletta che io ho sempre tarpate le ali per i libri che si possono pubblicare col placito dei Superiori, sebbene abbia detto d'aver cose esenti da gabella.
      Mi voglia bene.
      P. S. Per una di quelle dimenticanze nelle quali son solito di cadere, scrissi la lettera e poi la lasciai tra gli altri fogli dove è rimasta una settimana. Quest'anno tutto congiura per farmi scomparire.
      58.
      Mio caro Signore.
      Mandandovi questi miei ghiribizzi voleva accompagnarli d'una bella lettera dedicatoria nella quale lodando profumatamente voi, venissi con tutta modestia a lodar me stesso, perchè il Pubblico sapendomi amico d'una persona come voi, mi prendesse per un qualche gran che. Ma vedete che disgrazia! Avrò insudiciato una risma di carta e non m'è riuscito mettere insieme quattro parole a garbo. E me ne sarei passato liscio se, quando meno me l'aspettavo, non mi fosse venuto il bello di sodisfare alla mia ed alla vostra ambizione, ed ecco come.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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