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      Gli animi dei giovanetti accomunati insieme per bramosia di sapere come dovete esser voi in codesto luogo, sono più disposti alla vera amicizia di quelli (dirò così) accozzati dalla cupidità di godere; e il santo amore della scienza stringe la mente dell'uomo d'un legame indissolubile a tutti quelli che con lui la desiderano. Inoltre, fino da questo momento e poi per tutto il tempo della tua vita, avvicinati talora a tutti gli uomini di tutte l'età per conoscere cosa sono essi e cosa sei tu, ma nei rapporti della dimestichezza tienti sempre ai tuoi coetanei, e guardati bene da quella sciocca e il più delle volte ipocrita pedanteria, che piglia l'anima vana di taluni, di fare il vecchio prima d'avere le grinze e i capelli bianchi.
      Ama dunque i tuoi compagni, amali come ami le stesso. Se vedi taluno di loro o poco attento allo studio o poco disposto a intendere, compatiscilo, aiutalo se puoi, e sii sempre più grato alla natura che t'ha voluto privilegiare del dono dell'ingegno e di quello della buona volontà. Guardati dal godere dei gastighi, guardati dal fare osservare ai superiori le mancanze degli altri. Tutti si manca, tutti possiamo trovarci nel caso di meritare un gastigo. Ti sia sempre nella mente che compiacersi dei mali dei nostri simili è crudeltà; rilevarne i difetti è malignità; riportare i fatti o i discorsi dell'amico per nuocergli è perfidia: no no, tu non sarai nè maligno, nè perfido, nè crudele. Se vedrai taluni, portati o dalla loro cattività o da indole male avvezza, cadere in questi pessimi vizi, ne vedrai nello stesso tempo altri serbarsene esenti; tu vai coi migliori, e da codesto piccolo mondo impara a vivere fra gli uomini e a distinguere i buoni dai cattivi.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416