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      Avrai quello che vuoi, ma a suo tempo.
      M'hai fatta cosa gratissima a scrivermi e a parlarmi della..... sebbene (arfasatto che non sei altro) ti sei dimenticato di dirmi come sta di salute. Essa è una delle prime conoscenze fatte da me appena uscito di Collegio, in un tempo che io rammento ridendo un poco di me medesimo, ma non senza piacere. Le parole che metti in bocca a questa bella e gentilissima giovane intorno al mio carattere, le credo alquanto esagerate; pure essa ha dei motivi per non credermi un materialista, sapendo con quanta discretezza mi sia diportato con una sua amica; sebbene da taluni questa discretezza fosse chiamata gretteria e pochezza di spirito. Veramente io vorrei averla da fare sempre con donne da strapazzo, perchè allora so di dove si casca e non ho paura; ma quando inciampo in donne a garbo, perdo la bussola e non so fare altro che amarle e rimettermi ai loro voleri. Ringraziala da parte mia della buona opinione che ha di me, ma dille che io, non uso a scroccare elogi, mi credo in obbligo di farle sapere che da un tempo a questa parte l'indole mia ha sofferto una grandissima alterazione in grazia della santa ipocrisia, delle cabale monastiche, del cattolicissimo egoismo della nostra famosa Badessa di fuori di porta. Tu sai quale era l'animo mio per costei, e se io l'amassi per passatempo o per vero impulso dell'animo; ebbene, che ne guadagnai? Dispiaceri infiniti, pochissimi piaceri, e se non avessi saputo cogliere il tempo, anche ingiurie e derisioni.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Collegio Badessa