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      Ognun del pari ostentaBestemmie e Miserere,
      Tutto, tutto doventaArte di non parere.
      Tornate in Firenze, v'aspettiamo a braccia aperte. Noi Toscani siamo i più curiosi, i più sgloriati, i più beati pacifici della penisola. Sono trecent'anni che ci cullano: si sarebbe addormentato anco non so chi mi dire; pure quando c'è chi rammenta che tempo fa si vegliava, si sente di volergli bene, e quasi quasi ci stiriamo e ci cominciamo a infilare le calze. Venite; ci troverete sempre col berretto da notte, ma coi piedi fuori delle lenzuola.
      86.
      Ad Andrea Francioni.146
      Pescia, 11 marzo 1812.
      Mio caro Drea.
      In due parole siamo sbrigati. A brucia pelo, è modo usitatissimo: spetta al tiro dell'armi a fuoco, e si dice quando l'animale è tanto vicino da abbronzargli il pelo, o colla vampa della botta, o collo stoppaccio; la qual cosa non accade quando è a giusta distanza, perchè allora il piombo passando per impeto e non per calore, fora senza abbruciare. I cacciatori volendo dire d'aver tirato a un animale da vicinissimo, dicono ancora: gli ho messo lo stoppaccio in corpo; ed è un fatto che a due o tre passi ferisce lo stoppaccio medesimo, tanta è la violenza della polvere nello sprigionarsi. Nota bene che gli ho tirato a brucia pelo, ora si dice tanto d'un quadrupede quanto d'altro animale qualunque, ma si conosce a colpo d'occhio che l'espressione nasce particolarmente dalla caccia de' quadrupedi, unica caccia che una volta si facesse col fucile; quanto ai volatili s'andava o colle panie, o colle reti, o col falco.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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