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      Nè vi faccia meraviglia che io sia così al buio delle cose che riguardano i miei più cari amici, perchè da un anno a questa parte si può dire che io non sia vissuto che per metà. Perdei uno zio al quale ero affezionato quanto mai si può essere, e da quel tempo in poi non sono stato più bene; o sia derivato dalla lunga e penosa assistenza che gli prestai, o dall'effetto doloroso che mi fece il vederlo morire. Per soprappiù nell'estate decorsa mi s'avventò un gatto arrabbiato in una delle vie di Firenze, e per quanto non giungesse a ferirmi nel vivo, furono tali e tante le circostanze che accompagnarono questo fatto, che dovei starne male per del tempo parecchio. Tutti questi disturbi hanno finito per mettermi addosso una lenta malattia intestinale che mi distrugge da cinque mesi, e dalla quale non posso liberarmi. Sono qua a casa mia da molto tempo, e non so più nulla di nessuno, perchè in quest'angolo della Toscana o non arrivano le notizie o arrivano incertissime. Ho saputo dalla parte di Pisa che Giorgini e Conticini non sono più costà, e domandando di Beppe Vaselli mi fu detto, come vi scriveva di sopra, un non so che di disgrazia accadutagli in famiglia. Per la qual cosa non sapendo a chi ricorrere, ho pensato di rivolgermi a voi, cogliendo così l'occasione di sapere anco le vostre nuove e quelle della vostra famiglia.
      Quell'anno che io passai le feste d'agosto tra voi, fu lietissimo per me, ma da quel tempo tutto m'è andato a rovescio. Voglio sperare che voi e i vostri avrete goduto ogni felicità possibile, come meritate per tutti i conti.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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