Pagina (391/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Mi duole che il Manzoni sia sottosopra, ma è il solito di tutti i galantuomini. Dite al Grossi che a suo tempo manderò la predica e anco qualcos'altro, ma per ora ho le mani legate dal medico. Di quelle mie cosarelle non vi date briga nessuna. I libri che mi avete mandati sono a Livorno, e ve ne ringrazio; ma non ci voleva di meno della vostra raccomandazione per farmi rompere il patto che ho meco stesso di non leggere Romanzi oltramontani.
      160.
      Al Marchese Gino Capponi.
      Colle . . . ottobre 1844.
      Mio caro Marchese.
      Vi scrivo da Colle di Val d'Elsa, ove son venuto per vedere di rifarmi dell'ultima rotta avuta a Livorno, ed ove mi fermerò fino a tanto che non mi caccerà il freddo. Appena toccate queste cime mi son sentito riavere, e andando di questo passo spero di poter tornare a far qualcosa della vita che oramai da un anno m'è passata gravosissima e inutilissima. Ho raccapezzato un cavalletto che mi porta qua e là per questi paesetti circonvicini, e col fare un po' a tira tira e un po' a compatirci, torniamo tutti e due alla stalla senza gravi inconvenienti. Questi paesi (cosa vergognosissima) m'erano nuovi del tutto, e non vi so dire il piacere che ho provato vedendo Certaldo e San Gemignano. O sia gioco di malinconia o altro, nel pensare che in quel paesuccio, in quella casupola, condusse gli ultimi anni della vita il Boccaccio, e di giovane lieto, di sciolto e festevole novellatore si trovò là vecchio, povero, solo, agitato dai rimorsi e dalle paure della morte imminente, io mi sento prendere da una tristezza, da uno sgomento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Manzoni Grossi Livorno Romanzi Marchese Gino Capponi Marchese Colle Val Elsa Livorno Certaldo San Gemignano Boccaccio