Pagina (393/416)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Oh quanto darei per avere le costole d'un anno fa! . . . . .
      162.
      Al professore Giuseppe Vaselli.
      Colle, 24 ottobre 1844.
      Mio caro Beppe.
      Checco t'avrà detto perchè non venni con lui; ma tu forse t'aspettavi di vedermi apparire a compiere quel terzetto desiderato più anni da tutti noi. Che vuoi che ti dica? Il mio stato è tale tuttavia, che non sopporta un conversare vivo, libero, intero come sarebbe il nostro necessariamente. Nel momento mi ricrea, dopo me ne trovo spossato e quasi esaurito. Quel primo migliorare a colpo d'occhio, non è andato e non va dello stesso passo; e sebbene gli alti e bassi che provo qui non siano quelli di Livorno, mi danno ragione di temere che non sia finita e che voglia andare per le lunghe tanto da stancare quel po' di pazienza che m'era prefisso di avere. Nei giorni passati, la testa avendo ricominciato a almanaccare e il corpo persistendo a rifiutarmisi, non ti so dire il tormento che mi dava questa disuguaglianza. Meno male ora che anco l'immaginazione è tornata a tacere, e se aspetta che la svegli io, sta fresca. Non ci voleva altro che Poldo per farmi risorgere dall'abisso nel quale m'avevano precipitato i miei patimenti, e l'incertezza più orribile di quelli nella quale ho dovuto, non dirò vivere, perchè quella non era vita, ma andare avanti mesi e mesi, consumandomi d'anima e di corpo. Io n'avrò eterna gratitudine a lui e a Checco, e vorrei per me e per loro che questa tiritera finisse una volta. Della vita gaia non m'importa più nulla; m'importerebbe di potere raspare a modo mio coi libri e coi fogli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





Giuseppe Vaselli Beppe Livorno Poldo Checco