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      Assaggiatori d'Indici e di Frontespizi, e' mi paiono il cuoco che in mercato al banco del pollaiolo, soffia nelle penne al galletto e alle pollastre, facendo serie considerazioni e serii confronti sul prezzo e sul grasso, e attaccandosi finalmente a quello di più facile pelatura, compreso anco il padrone. Lasciate dire e lasciate fare a tutti costoro, e consolatevi pure che la gente di cuore è per voi.
      Dall'andamento del libro, io, senza farvi il modesto, mimica da prefazioni, vi dico che non mi sento in grado di giudicarne così alla prima dietro una sola lettura. Oltre a questo dovete sapere che la mia rettorica è stata sempre corta, e che poi s'è finita di scorciare dacchè s'è mutato di panni e di casa; prima mi sbadigliava nel cranio in maschera greco-latina, da un pezzo in qua m'è calata giù nel fegato; e quelle poche volte che fa capolino, ciarla e brontola nel volgare della balia, vestita di panno fatto in casa. Premesso questo, posso dirvi che io e tanti che conosco siamo stati obbligati a leggere il vostro libro tutto d'un fiato, e non per vana curiosità. A Firenze l'ho veduto sopra tutti i tavolini stazzonato e lacero, ferite gloriose per chi l'ha scritto; qui non potendo ognuno comprarselo in particolare, l'hanno comprato in più, tassandosi a una lira per uno, tanto per leggerlo; se non fosse accaduto lo stesso a molti altri, gente provata di cuore e di mente, non vi direi che le mille volte mi ci sono sentito ingrassare il cuore e piovere le lacrime. L'animo rapito dalle cose non avverte la frase e il vocabolo, e l'occhio velato di pianto non vede se non la generale immagine del buono e del bello.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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