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      Io mi guardavo intorno, e ripensavo al tempo in cui il mio cuore era solo. "Mia cara fontana, dicevo, da allora non mi sono più riposato alla tua frescura, e qualche volta, passando in fretta, non ti ho neppure guardata!". Abbassai gli occhi e vidi Amalia molto occupata a risalire con un bicchier d'acqua. Poi guardai Carlotta, e compresi tutto ciò che lei è per me. Intanto arrivò la piccola Amalia con il suo bicchiere. Marianna voleva prenderlo. - No, esclamò la piccina dolcemente, no, tu, Carlotta devi bere per prima! - Rimasi così commosso dalla spontaneità e dalla bontà con la quale aveva parlato che, non potendo in altro modo esprimere quello che sentivo, alzai la bimba da terra e la baciai così fortemente che si mise a piangere e a gridare. "Avete fatto male", disse Carlotta. E io rimasi confuso. "Vieni Amalia, continuò, prendendola per mano e scendendo i gradini, ora ti laverai subito con l'acqua fredda, e non sarà nulla".
      Stetti a vedere con quale ardore la piccola si strofinava le guance con le manine bagnate, fiduciosa che la sorgente miracolosa avrebbe portato via ogni impurità e le avrebbe risparmiato la vergogna di vedersi spuntare una brutta barba; Carlotta diceva: basta, ma la bimba continuava a lavarsi con ardore, pensando che molto era meglio di poco. Ti assicuro, Guglielmo, che non ho mai assistito ad un battesimo con più grande rispetto. E quando Carlotta risalì, volentieri mi sarei prosternato davanti a lei, come dinanzi a un profeta che avesse redento i peccati di una nazione.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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