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      Vedi come esse prevengono i miei desideri, e come cercano di farmi tutti i piccoli piaceri suggeriti dall'amicizia che valgono mille volte di più di splendidi doni con i quali la vanità del donatore ci umilia. Io bacio quel nastro mille volte, e ad ogni mio respiro rivive in me il ricordo della beatitudine che mi diedero quei pochi giorni felici, che più non ritorneranno. È così Guglielmo, e io non mormoro. I fiori della vita non sono che apparizioni. Quanti passano senza lasciar traccia, quanti pochi danno frutti e quanti pochi di questi frutti diventano maturi! Eppure, fratello mio, possiamo noi trascurare, disprezzare i frutti maturi, e lasciarli marcire inutilizzati?
      Addio! è una magnifica estate; spesso salgo sugli alberi da frutta nel giardino di Carlotta, con una lunga pertica, e raggiungo le pere sulla cima. Lei sta sotto l'albero e prende i frutti che io lascio cadere giù.
      30 agosto.
      Infelice! Non sei pazzo? non inganni te stesso? Che diverrà questa passione furiosa e senza fine? Io non prego più che per lei; alla mia immaginazione non si presenta altra immagine che la sua, e tutto quello che mi circonda nel mondo lo considero soltanto in quanto ha rapporto con lei. E passo così ore felicissime, finché devo strapparmi questa immagine. Ah, Guglielmo, fin dove mi trascinerà il mio cuore? Quando sono stato seduto due o tre ore vicino a lei e mi sazio del suo aspetto, dei suoi gesti, delle sue celesti espressioni, a poco a poco tutti i miei sensi si esaltano, un'ombra si stende dinanzi ai miei occhi, sento appena, mi pare d'essere afferrato alla gola da una mano omicida, e poi il mio cuore, nei suoi battiti precipitosi, cerca sollievo per i miei sensi oppressi e non fa che aumentare il loro turbamento.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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