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      Queste persone rendono tutto più difficile per loro stessi e per gli altri: bisogna rassegnarvisi come un viaggiatore che deve valicare una montagna: se il monte non ci fosse, la via sarebbe più corta e più comoda; ma poiché c'è, bisogna oltrepassarlo!
      Il mio vecchio si accorge della preferenza che il Conte ha per me; questo gli dispiace e cerca tutte le occasioni per dir male del conte in mia presenza; naturalmente io ribatto, e la discussione si fa aspra. Ieri egli mi mise fuori dai gangheri dicendo: "Il Conte s'intende benissimo degli affari di questo mondo; lavora con facilità e scrive bene, ma manca di conoscenze solide come tutti i begli spiriti".
      E a questo punto egli fece un gesto come per dire: senti la stoccata? Ma non produsse su di me alcun effetto; solo disprezzai l'uomo che poteva pensare e agire così. Resistetti e lottai abbastanza vivacemente. Dissi che il Conte era un uomo degno di stima per il suo carattere e per la sua cultura. Non ho mai visto nessuno, dissi, che sia riuscito a svolgere il suo spirito, a estenderlo su innumerevoli argomenti, e a conservare nello stesso tempo una tale attività per la vita pratica. Ma per il suo cervello questo era arabo, e io mi allontanai per non prendere una bile sentendolo sragionare ancor di più. Di tutto questo è vostra la colpa, di voi tutti che mi avete messo sotto il giogo e mi avete decantato l'attività. Attività! Se non fa più di me colui che pianta patate e che va a vendere grano in città, voglio ancora lavorare dieci anni sulla galera dove sono ora incatenato.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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