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      ..? Dio mi perdoni questa domanda!
      8 febbraio.
      Da otto giorni abbiamo un tempo orribile, e io me ne rallegro, poiché da quando sono qui, non è mai apparso nel cielo un bel giorno senza che qualcosa non me l'abbia guastato o distrutto. Almeno quando piove e nevica e gela e disgela... io penso che non si può star peggio in casa che fuori o viceversa, e così va bene. Quando invece la mattina il sole sorge e promette una bella giornata, non manco mai di esclamare: ecco un bene divino che gli uomini possono rapirsi gli uni agli altri. Non c'è niente che essi non si rapiscano reciprocamente: salute, buon nome, gioia, riposo e, il più delle volte, per ingenuità, ignoranza, ristrettezza di mente e, a sentir loro, con le migliori intenzioni! Vorrei talvolta pregarli in ginocchio di non sbranarsi a vicenda con tanto furore.
      17 febbraio.
      Ho paura che il mio ambasciatore e io non potremo durare a lungo insieme. Quell'uomo è assolutamente insopportabile! Il suo modo di lavorare e di trattare gli affari è così ridicolo che io non posso trattenermi dal criticarlo, dall'agire spesso secondo il mio criterio e il mio modo di vedere e, naturalmente, quello che io faccio non va mai bene. Proprio per questo si è lamentato di me a corte, e il ministro mi ha fatto un rimprovero, mite in verità, ma sempre un rimprovero, tanto che io pensavo di dare le mie dimissioni, quando ho ricevuto da lui una lettera privata (nota dell'autore: per il riguardo dovuto ad autorevoli personaggi si è omessa questa lettera e anche un'altra più giù menzionata; la più viva riconoscenza del pubblico non avrebbe potuto giustificare un simile ardire.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144