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      Fine della nota), una lettera dinanzi alla quale mi sono inginocchiato e ho adorato quello spirito alto, nobile, saggio. In qual modo egli riprende la mia sensibilità troppo acuta! egli si compiace di vedere un felice ardore di giovinezza nelle mie idee esaltate, nella mia attività, nel mio desiderio di influire sugli altri, nella mia risolutezza negli affari, e cerca, non di distruggere tutto questo fervore, ma di moderarlo, di indirizzarlo in modo che esso possa trovare il suo giusto svolgimento e produrre un effetto durevole. Così per otto giorni io sono fortificato e in pace con me stesso. Il riposo dell'anima, la soddisfazione della propria coscienza sono cose bellissime. È un vero peccato, mio caro amico, che questo gioiello sia fragile quanto è splendido e prezioso.
      20 febbraio.
      Dio vi benedica, amici miei cari, e vi dia i bei giorni che a me sono negati!
      Io ti ringrazio, Alberto, di avermi ingannato; aspettavo di apprendere quando avrebbe avuto luogo il vostro matrimonio, e avevo deciso che quel giorno avrei solennemente staccato dalla parete la SILHOUETTE di Carlotta, e l'avrei sepolta fra le altre carte. Ora voi siete sposi, e la sua immagine è sempre lì. Che vi resti! perché non dovrebbe rimanervi? Io so che sono vicino a voi, che, senza farti torto, sono nel cuore di Carlotta; in esso occupo il secondo posto, e voglio e devo conservarlo. Diventerei pazzo se lei potesse dimenticare. Alberto, c'è un inferno in questo pensiero. Addio, Alberto! Addio, angelo del cielo! Carlotta, addio!


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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