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      5 settembre.
      Lei aveva scritto un bigliettino a suo marito che alcuni affari trattenevano in campagna. Cominciava così: caro, carissimo, vieni il più presto che puoi, io ti aspetto con grande gioia. Un amico sopraggiunto annunciò che Alberto, per alcune circostanze, non sarebbe ritornato tanto presto. Il biglietto rimase sul tavolo, e la sera mi capitò fra le mani. Lessi, e sorrisi: lei mi domandò perché...
      - L'immaginazione è un dono divino, risposi: ho potuto pensare un istante che quelle righe fossero scritte per me... - Lei non continuò il discorso che parve dispiacerle, e io tacqui.
      6 settembre.
      Mi è costata cara la decisione finalmente presa di buttar via il vestito BLEU che portavo il primo giorno che danzai con Carlotta, ma era diventato assolutamente insopportabile. Ne ho ordinato uno proprio uguale con il colletto e la guarnizione e che ha pure i pantaloni e il panciotto gialli.
      Certo non farà lo stesso effetto. Non so... ma col tempo penso che anche questo mi diventerà più caro.
      12 settembre.
      Carlotta è stata qualche giorno assente; era andata a prendere Alberto. Oggi sono entrato nella sua stanza, mi è venuta incontro, e con gran gioia le ho baciato la mano.
      Un canarino è volato dallo specchio sulla sua spalla.
      - Ecco un nuovo amico, - ha detto prendendolo in mano - è destinato ai miei piccoli. Guardate com'è carino: se gli dò del pane, batte l'ala e becca con grazia; mi bacia anche, vedete! -
      E quando avvicinò l'animaletto alla sua bocca esso premette amorosamente le dolci labbra come se avesse potuto apprezzare la beatitudine di cui godeva.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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