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      Lei è fuggita al pianoforte, e con voce dolce e leggera accompagnava le note col suo canto armonioso. Non ho mai visto così seducenti le sue labbra; pareva che si aprissero ardenti per bere i dolci suoni che sgorgavano dallo strumento, e ai quali la sua bocca pura rispondeva soltanto come un'eco divina. Ah, se potessi esprimermi... Non resistetti più a lungo; m'inchinai e giurai: mai oserò imprimere su di voi un bacio, labbra sulle quali aleggiano spiriti celesti. Eppure, io voglio... Vedi, dinanzi alla mia anima sta come un muro di separazione. Questa felicità... e poi morire per espiare questo peccato... è un peccato?
      26 novembre.
      Qualche volta mi dico: "il tuo destino è unico: pensa che gli altri sono felici, che mai nessuno è stato tormentato come te". Poi leggo un poeta del tempo antico, e mi pare di leggere nel mio proprio cuore. Ho ancora tanto da soffrire! Ci sono stati prima di me degli uomini altrettanto infelici?
      30 novembre.
      Non devo, non devo mai rientrare in me stesso! Dovunque vado un'apparizione mi segue e mi fa perdere il senno. Oggi! Quale destino! Povera umanità.
      Ero andato alla fontana verso mezzogiorno; non avevo nessuna voglia di mangiare. Tutto era deserto, un vento di ponente umido e freddo soffiava dai monti e grige nuvole di pioggia venivano dalla valle. Da lontano vidi un uomo, in un povero abito verde, che si arrampicava fra le rocce e sembrava cercare delle erbe. Quando giunsi vicino a lui, ed egli volse la testa al rumore che io feci, vidi un'interessante fisionomia di cui una tranquilla tristezza formava il carattere principale, e che esprimeva soltanto un sentimento buono; i suoi capelli neri erano fermati in due rotoli con delle forcelle; gli altri erano riuniti in una grossa treccia che gli cadeva sulle spalle. poiché il suo abbigliamento sembrava rivelarlo di una classe inferiore, pensai che non si sarebbe offeso vedendomi attento al suo lavoro, e gli chiesi che cosa cercasse.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144