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      Sedette, e cominciò a leggere:
      Stella della notte crepuscolare, tu risplendi fulgida all'occidente, tu alzi dal seno della tua nuvola la testa raggiante, e maestosamente avanzi sulla tua collina. Che cosa guardi nella brughiera? I venti tempestosi si sono calmati, da lontano giunge il mormorìo del torrente; onde sussurranti si frangono contro la roccia lontana; nei campi si diffonde il ronzìo degli insetti della sera. Che cosa guardi, bella luce? Ma tu sorridi, e passi, e ti circondano i flutti che bagnano la tua chioma graziosa. Addio, raggio tranquillo. Risplendi tu, splendida luce dell'anima ossianica!
      Ed essa appare in tutto il suo splendore. Vedo i miei amici che non sono più, essi si raccolgono su Lora, come nei giorni passati. Fingal avanza come un'umida colonna di nebbia, intorno gli stanno i suoi eroi, ed ecco i bardi del canto! Ullino, dalle grige chiome, Ryno maestoso, e Alpin, il dolce cantore, e tu, Minona, che con dolcezza ti lamenti! Come siete cambiati, amici miei, dai giorni festosi di Selma in cui noi ci disputavamo il premio del canto, come i venti primaverili che sfiorando alterni la collina fanno piegare la flessibile erba mormorante!
      Allora Minona avanzò bella, con lo sguardo abbassato e gli occhi pieni di lacrime: i suoi folti capelli erano agitati dal vento che soffiava dalla collina... Una cupa tristezza oscurò l'anima degli eroi quando la dolce voce si levò; perché spesso essi avevano visto la tomba di Salgar, spesso la tenebrosa dimora della bianca Colma.


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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