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      Allora Werther gli diede un biglietto aperto, su cui aveva scritto:
      Volete essere così gentile da prestarmi le vostre pistole per un viaggio che penso di fare? Addio, state bene
      .
      La buona Carlotta aveva dormito poco la notte precedente: ciò che aveva temuto si era avverato, e avverato in un modo che lei non aveva potuto né temere né presentire. Il suo sangue fino allora puro e tranquillo era in una febbrile agitazione; mille diversi sentimenti agitavano il suo nobile cuore. Era forse il fuoco degli abbracci di Werther che lei sentiva nel petto? Era indignazione per il suo ardire temerario? era un doloroso paragone fra il suo stato presente e i giorni d'ingenua e libera innocenza e di tranquilla fiducia in se stessa? Come avrebbe potuto andare incontro a suo marito? Come informarlo di una scena che avrebbe potuto benissimo confessare, ma che non osava confessare neppure a se stessa? Per tanto tempo avevano taciuto uno verso l'altro; doveva essere lei per prima a rompere il silenzio e in un momento così inopportuno fare al marito l'inattesa rivelazione? Già temeva che la sola notizia della visita di Werther facesse al marito una spiacevole impressione: che sarebbe avvenuto alla notizia di una simile improvvisa catastrofe? Poteva lei sperare che il marito vedesse la cosa nella sua giusta luce e non giudicasse senza prevenzione? e poteva desiderare che egli le leggesse nell'anima? E d'altronde poteva lei dissimulare verso l'uomo agli occhi del quale era stata sempre aperta e trasparente come un cristallo e al quale non aveva mai nascosto né mai potrebbe nascondere nessuno dei suoi sentimenti?


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I dolori del giovane Werther
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 144

   





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