Pagina (17/358)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma domattina, poiché è domenica di pasqua, vogliate permettermi ch'io vi faccia alcuni quesiti. Mi sono tuffato negli studj; e, nel vero, io ne so molto, ma io vorrei tutto sapere. (Parte.)
      FAUST (solo). Vedi, come la speranza non diserta mai quel povero cervello che non si nutre se non di scempiezze. Costui scava con mano ingorda il terreno cercando tesori, e giubila tutto se disseppellisce un vermicciuolo.
      E la voce di un simil uomo ebbe ardire di risonare qui dove poc'anzi era tutto pieno della presenza degli spiriti? E nondimeno questa volta io ti ringrazio, o miserabilissimo de' mortali, però che tu mi hai sottratto dalla disperazione che già stava per sovvertire il mio intelletto. Ahi, quella visione fu di tanta grandezza ch'io mi sentii tutto rimpicciolire come un nano.
      Io che, superbendo della mia divina immagine, già credevo d'affacciarmi allo specchio dell'eterno vero: e vestito il mio mortale ed immerso nello splendore del cielo, già esultavo di me in me medesimo; - io che già sognava di essere da più de' cherubini; ed entrato nelle vive correnti che alimentano l'universo, già risaliva per esse alla prima lor fonte e vi attingeva virtù di creare e godeva della vita degl'immortali, - ahi, che dura ammenda io debbo ora fare della mia tracotanza! Una folgorata parola mi ha impetuosamente ributtato indietro.
      Oh, io non mi attenterò più di pareggiarmi a te! Ché, se io ebbi forza di attrarti, io non ebbi forza di ritenerti. In quel beato momento io mi sentiva sì piccolo, e ad un tempo sì grande!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358