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      LO SCOLARO. Mi scusi se la tengo a disagio, ma e di un favore ancora mi bisogna pregarla. Non vorrebb'ella dirmi una breve parola anche della medicina? tre anni son sì tosto passati, e il campo è sì vasto, Dio mio! Ma talvolta un sol cenno del dito all'entrata della via, basta a farnela trovar tutta da noi.
      MEFISTOFELE(da sé). Io sono oramai infastidito di quest'arido fraseggiare, ed è meglio ch'io torni a me e faccia apertamente da diavolo (Alto).
      Facil cosa è penetrare all'essenza della medicina. Voi studierete i piccioli e grandi, per lasciar andare in ultimo ogni cosa come a Dio piace. Indarno vi affannereste per far tesoro di scienza: ciascuno impara quel poco ch'ei può; ma quegli è valente che sa porre le mani sull'occasione, né tardi piange la sua sciocchezza. Voi siete bastevolmente ben piantato, né vi mancherà ardire, credo; e sol che confidiate in voi stesso, ogni anima si confiderà in voi. Imparate specialmente a ben maneggiare le donne: quei loro eterni "ahi! ohimè!" esalati in tanti modi diversi, si vogliono curare tutti in un modo solo; e purché sappiate mezzanamente parer galantuomo, le terrete tutte nel carniere. Vi bisognerà avere un titolo a farle persuase che l'arte vostra è la migliore d'ogni arte, e di primo tratto saranno lecite a voi tutte quelle cosucce che ad altri costano anni ed anni di preghiere e di lusinghe. Sappiate toccar loro il polsicino con bel garbo; indi, con occhiata tra il tenero e il maliziato, avvolgete il braccio intorno al loro agile fianco, come per vedere se fossero troppo stringate.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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