Pagina (57/358)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      MEFISTOFELE. Non abbiamo che a spiegare questo mantello, e ci porterà rapidi per l'aria. Né tu pensi già in tale rischioso volo di prender teco gran fardelli. Un pocolino d'aria infiammabile, ch'io ora preparerò, ne solleverà tosto da terra, e purché siamo leggieri, andremo velocemente all'insù. Mi congratulo teco del bello e lieto vivere che ti si apparecchia.
     
     
     
      La cantina di Auerbach in Lipsia
     
      Allegra brigata di bevitori.
     
      FROSCH. Nessun bee? nessun ride? V'insegnerò io a stare ingrugnati a quel modo. Voi solete pigliar fuoco come zolfanelli, ed oggi mi somigliate paglia fradicia.
      BRANDER. Ne hai colpa tu; non intavoli nulla; non sai dire una goffaggine, non una porcheria!
      FROSCH (versandogli un bicchier di vino sul capo). Eccoti l'uno e l'altro.
      BRANDER. Porco rifatto!
      FROSCH. Chi così vuole, così abbia.
      SIEBEL. Via di qua gli accattabrighe. Su, canti, e bicchieri in ronda. Beete! Strillate quanto ne avete nella gola! Oh! Uh! Oh!
      ALTMAYER. Ohimè, io sono spacciato! Qua cotone! Quel gaglioffo m'ha squarciate le orecchie.
      SIEBEL. Sol dall'eco della vôlta si apprezza la forza del contrabasso.
      FROSCH. Senz'altro; e via col diavolo i permalosi. Ah! tara lara là!
      ALTMAYER. Ah! tara lara là!
      FROSCH. Le strozze sono accordate. (Canta.)
      Sacro romano impero,
      Che mai sarà di te?
      BRANDER. Poh! che brutta canzone! oibò, una canzone politica! una nojosissima canzone. Ringraziate ogni sacro romano impero. Per me non mi reputo poco fortunato ch'io non sia né imperatore né cancelliere. E nullameno noi pure non possiamo far senza un capo, e ci bisogna eleggerci un papa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Auerbach Lipsia Canta