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      SIEBEL. Che è questo? Prendete guardia! o vi costerà caro. Egli pare che non ci conosciate.
      FROSCH. Fa ch'ei vi si provi un'altra volta!
      ALTMAYER. Per me, direi d'invitarlo con le dolci ad andarsene.
      SIEBEL. E che, signore, avete tanta faccia da venir qui a farci il vostro Hocuspocus?
      MEFISTOFELE. Sta zitto, vecchio barile di vino.
      SIEBEL. Gambo di segala! Ora ti fai anche villano!
      BRANDER. Guarda quel che tu di', pezzo di gaglioffo, che pioveranno legnate, sai?
      ALTMAYER (trae dalla tavola un turacciolo e ne zampilla fuoco contro di lui). Ohimè abbrucio! Io abbrucio!
      SIEBEL. Stregoneria! dàgli addosso! Egli è un bandito che ha una taglia sulla testa. (Traggono le coltella e si gettano sopra Mefistofele.)
      MEFISTOFELE (con atto grave).
      Fallaci immagini,
      Fallaci accenti,
      I lochi mutino,
      Mutin le menti;
      Siate qua e là.
      (Essi stanno sbalorditi e si guardano in viso l'un l'altro.)
      ALTMAYER. Dove son io? O, bellissima campagna!
      FROSCH. Un vigneto! veggo io diritto?
      SIEBEL. E grappoli alla mano!
      BRANDER. Qui sotto questi verdi pampini vedi che ceppo! vedi che grappolone! (Prende Siebel pel naso. Gli altri fanno scambievolmente lo stesso, ed alzano le coltella.)
      MEFISTOFELE (come sopra).
      Fugga l'errore, cada il vel dagli occhi!
      Così il diavol si burla degli sciocchi.
      (Sparisce con Faust; i tavernieri tornano in sé.)
      SIEBEL. Che fu?
      ALTMAYER. Come?
      FROSCH. Era il tuo naso?
      BRANDER (a Siebel). Ed io ho in mano il tuo!
      ALTMAYER. Che tiro ne ha fatto! io ne ho rotte tutte le ossa. Deh, una seggiola ch'io svengo.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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