Pagina (66/358)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      FAUST. Io vo' saperlo.
      MEFISTOFELE. Or bene: egli è un modo che non richiede né oro, né medico, né incantesimi. Esci lesto alla campagna; datti a zappare e a spaccar legne: contieni te e il tuo animo dentro la siepe del tuo podere; usa cibi semplici e parchi; vivi fra le bestie come bestia, e non avere a sdegno d'ingrassare tu stesso il solco che mieti. In questa guisa, credi a me, tu durerai giovane sino agli ottant'anni.
      FAUST. Io non sono avvezzo a simil cosa: né mai saprei indurmi a torre la zappa in mano. Un vivere stretto e uniforme non va alla mia natura.
      MEFISTOFELE. E perciò proprio questa vecchiaccia! Non potresti lavorare la pozione tu stesso?
      MEFISTOFELE. Egli sarebbe un bel passatempo! Per certo ch'io fabbricherei fra tanto mille ponti. Simil pozione non richiede arte e sapere soltanto, ma pazienza ancora. Un placido spirito mette anni e anni a prepararla, e il tempo solo dà virtù a' suoi fermenti. Mirabili e rarissime son tutte le cose che la compongono; e ben ha potuto il diavolo insegnare a costei come la si faccia; ma il diavolo non la può fare. (Scorgendo gli animali.) Vedi che leggiadra famiglia! Quest'è la fantesca; questi il servo. (Alle bestie.) Or non è forse in casa la signora?
      LE BESTIE. Di casa fuoraAd un festino
      Uscita per la cappa del camino.
      MEFISTOFELE. E quanto duran poi.
      Dite, i bagordi suoi?
      LE BESTIE. Tanto che noiScaldianne un poco
      Le piote al foco.
      MEFISTOFELE (a Faust). Che ti pare di queste gioviali bestiuole?
      FAUST. Le mi pajono la più sciocca cosa ch'io vedessi a' miei dì.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Scorgendo Vedi Faust