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      Poc'anzi io anelavo impaziente al piacere: ed ora mi lascio andare ai teneri vaneggiamenti dell'amore. Mutiamo noi d'animo per ogni mutare dell'aria?
      Ed oh, se tutt'a un tratto ella entrasse qui! come ti precipiteresti a far ammenda del tuo oltraggio! Come ti cadrebbe dall'animo ogni orgoglio, e giaceresti ridotto a nulla, a' suoi piedi.
      MEFISTOFELE. Presto! io la veggio venire!
      FAUST. Fuggiamo! fuggiamo! io non vi torno mai più.
      MEFISTOFELE. Io ho qui una cassetta di non leggier peso, ch'io son ito a raccogliere so io dove: presto, ponetela nell'armadio, e vi so dire ch'ella ne sarà fuori di sé. Vi ho messo dentro alcune cosucce per guadagnarne altre. A' fanciulli i trastulli.
      FAUST. Io non so, - debb'io?
      MEFISTOFELE. Ne domandate? Vi pensereste forse di serbarvelo per voi quel tesoro? S'ell'è così, io vi consiglio che lasciate stare i dolci amori; serbate il vostro tempo ad altro, che è prezioso, il sapete; e risparmiate a me le inutili fatiche. Ma io voglio credere che non siate così misero! Io mi dò mille impacci, meno le mani e i piedi - (Pone la cassetta nell'armadio e lo riserra a chiave.) Andiamcene! - per porvi la fanciulla nelle braccia: e voi state lì tutto di un pezzo come se aveste indosso la toga del professore, e vi fossero innanzi in persona la fisica e la metafisica. Su andiamo! (partono).
      MARGHERITA (con lucerna in mano). Che arsura è qui dentro! come ci sa di chiuso! (apre la finestra). Eppure fuori è fresco anzi che no. Non so, mi par come... - Vorrei che mia madre tornasse tosto a casa.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Pone Andiamcene