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      La è una bella cosa senz'altro la bellezza, ma che conto se ne tiene? Par che vi lodino per compassione; e tutti corron dietro a' danari: i danari solo fanno miracoli. Ahi, noi altri poveretti!
     
     
      Passeggio
     
     
      FAUST va e viene pensieroso.
      MEFISTOFELE fassegli innanzi.
     
      MEFISTOFELE. Per l'amore ributtato! Per gli elementi infernali! Oh, sapessi io qualche più terribile imprecazione!
      FAUST. Che hai tu? qual dolore ti morde? Ch'io non ho mai veduto simil ceffo a' miei dì.
      MEFISTOFELE. Io mi vorrei dar subito al diavolo se non fossi quell'io.
      FAUST. Sei tu fuor di cervello? Sta bene a te di entrare in bestia così, simile a un imperversato!
      MEFISTOFELE. Pensa un po' tu, che quelle belle dorerie provvedute per Ghita son andate in bocca a un prete. Sua madre ebbe, io non so come, a por gli occhi sovr'esse, e subito si sentì tutta rimescolare. La è una buona donna che ha buonissimo naso, poiché l'ha sempre penzolone sul libro delle orazioni. Ella si fece ad annasare ad uno ad uno i giojelli per discernere se fosser cosa sacra o cosa profana, e sentì chiaro all'odore che non portavano con sé gran benedizione. Figliuola, diss'ella, la roba di mal acquisto avviluppa l'anima e contamina il sangue. Consacreremo ogni cosa alla Madre del Signore che ne ristorerà con la manna celeste. La Ghituccia arricciò il naso, e diceva a mezza bocca: Egli è un caval donato; e certamente non dee essere un nemico di Dio chi fa di sì bei regali. La madre mandò per un prete, il quale, intesa quella storiella, e vedute le gioje, disse: Ben pensato, buone donne; chi si astiene guadagna.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Ghita Madre Ghituccia Dio