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      .. che la vostra bontà è grande. (Vanno oltre.)
      FAUST. E tu, mio bell'angelo, tu mi hai tosto riconosciuto, quando io misi il piè nel giardino?
      MARGHERITA. Non vedeste? Io chinai gli occhi in terra.
      FAUST. E tu mi perdoni, non è vero? Io fui ben sfacciato di appressarmiti a quel modo allorché uscivi appena dal duomo.
      MARGHERITA. Io rimasi attonita; che mai non m'era occorso simil caso; e non ho mai dato che dire di me. Oimè, io pensava, ha egli forse veduto nel tuo contegno alcun che di sconvenevole, e di poco onesto? Gli è tocco a un tratto la fantasia, proprio come se credesse di aver a fare con una fraschetta? Ma il dirò io? Allora, allora cominciò a parlarmi nell'animo un non so che in favor vostro; ed io era malcontenta di me sentendo ch'io non sapeva essere malcontenta di voi.
      FAUST. Gioja mia!
      MARGHERITA. Via, state un po' cheto! (Coglie un fiore a stella e ne spicca ad una ad una le foglie.)
      FAUST. Che n'ha a riuscire? un mazzolino?
      MARGHERITA. No: egli è un giuoco.
      FAUST. Come?
      MARGHERITA. Oh, andate! Voi vi burlereste di me. (Sfoglia il fiore, e mormora sommessamente.)
      FAUST. Che vai tu mormorando?
      MARGHERITA (con più chiara voce). Egli mi ama - egli non mi ama!
      FAUST. Cuor dell'anima mia!
      MARGHERITA (continuando). Mi ama - non mi ama - mi ama - non mi ama - (spiccando l'ultima foglia con soave gioja). Egli m'ama!
      FAUST. Sì, mia fanciulla: la parola di quel fiore ti affidi, simile ad una voce che ti scendesse dal cielo. Egli ti ama! E intendi tu, fanciulla, che vuoi dire: Egli ti ama?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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