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      Qual è la cosa che ardentemente desiderata, si rifiuta sempre? Quale quella che ciascuno ama prendere sotto la sua protezione? Che v'ha che sia oggetto di biasimo e di acerbe accuse? Quale nome tu devi guardarti d'invocare, e quale ama ciascuno sentir proferire? Chi è che si accosta ai gradini del tuo trono, e chi se ne allontana da se stesso?
      L'IMPERATORE. Pel momento bando alle parole; gli enigmi qui sono inopportuni; è affare per questi signori. Spiegati chiaro e mi farai piacere. Il mio vecchio buffone se n'è andato, io temo, pel gran viaggio. Prendi il suo posto e siedi al mio fianco.
      (Mefistofele sale i gradini del trono, e va a collocarsi a sinistra dell'Imperatore.)
      MORMORII NELLA FOLLA. Un nuovo buffone? Nuovo tormento! Da dove viene? Come mai s'è introdotto qui? Quell'altro è bello e ito! Era una ruina! Una botte! Questi è un zolfanello!
      L'IMPERATORE. Così dunque, diletti vassalli, partiti da lontane o da vicine contrade, siate i benvenuti. Una stella benefica vi ha guidati; gli astri ci promettono felicità e salute. Ma, ditemi, come mai noi stiamo qui a tener consiglio in questi giorni che, liberi d'ogni cura, noi dovremmo passare nei più dolci gaudii? Tuttavia, poiché avete creduto bene di farlo, sia pure così!
      IL CANCELLIERE. La più sublime virtù circonda d'un sacrato nimbo la fronte dell'imperatore; v'è cosa ch'egli solo sa esercitare degnamente: la giustizia! È ciò che tutti gli uomini amano, desiderano, esigono, di cui non possono senza danno essere privi, ed a lui solo spetta accordarla al popolo.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Mefistofele Imperatore