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      Appena l'avrai qui deposto, evocherai dal seno delle tenebre l'eroe e l'eroina della notte. L'impresa è compiuta da te, il primo che abbia avuto l'ardire di accingersi a tanto! Quindi per virtù magica, i fumi dell'immenso saranno trasformati in numi.
      FAUST. Ed ora?
      MEFISTOFELE. Ora, l'essere tuo deve tendere al suo scopo, mirare a sprofondarsi. Discendi battendo i piedi, e poi battendo i piedi rimonta.
      FAUST (batte il suolo co' piedi e si sprofonda).
      MEFISTOFELE. Purché la chiave abbia davvero il potere di farlo riuscire nell'impresa! Sono curioso di vedere se ritornerà.
     
     
     
      Sale splendidamente illuminate
     
     
      L'IMPERATORE, i PRINCIPI, MEFISTOFELE, e CORTIGIANI in movimento.
     
      IL CIAMBELLANO (a Mefistofele). Voi ci dovete ancora la scena dei fantasmi. Lesto, all'opera. Il nostro sire n'è impaziente.
      IL MARESCIALLO. Il nostro grazioso monarca ce ne richiese appunto poc'anzi. Sarebbe un mancar di riguardi a Sua Maestà l'indugiare ancora.
      MEFISTOFELE. Il mio collega è partito precisamente per questa bisogna; egli sa in qual modo deve destreggiarsi, e lavora nel silenzio. È necessario ch'ei si adoperi colla maggiore diligenza, poiché chiunque ricerca l'oro e il Bello deve chiamare in suo ajuto la più sublime fra le arti, la magia de' savii.
      IL MARESCIALLO. Qualunque sieno le arti che adoperate, poco importa, purché si soddisfi la volontà dell'imperatore, e lo spettacolo abbia luogo.
      UNA BIONDA (a Mefistofele). Una parola, signore. Il mio viso ha un colorito abbastanza chiaro, voi lo vedete; ma pur troppo non si conserva così quando viene l'ingrata estate!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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