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      Ciò che una volta ha esistito s'agita laggiù in una splendida parvenza, poiché mira ad essere eterno. E voi, o potenze supreme, sapete assegnarne una parte al padiglione del giorno e un'altra alla vôlta della notte. L'una è trascinata negli allettamenti della vita, dell'altra s'impadronisce il mago ardito, il quale nella sua generosa prodigalità lascia che ciascuno contempli i misteri di cui ha vaghezza.
      L'ASTROLOGO. Appena la chiave infuocata ha toccato il bacino del tripode, che un vapore simile a nebbia se ne sprigiona, sale e riempie lo spazio, ora dilatandosi, ora condensandosi e fluttuando per l'aria. Ed ora, attenti all'intermezzo degli spiriti, un vero capolavoro! Essi camminano avviluppati da onde armoniche dalle quali spira un non so che di aereo che diviene una melodia. Ne echeggiano il colonnato e il triglifo; si direbbe che tutto quanto il tempio risuona d'armonia. La nebbia s'abbassa, e dal suo seno vaporoso e trasparente, esce un giovane vezzoso che si avanza a passi cadenzati. Ma qui finisce il mio cómpito. Ho io bisogno di nominarlo? chi non riconosce in lui il leggiadro Paride?
      PRIMA DAMA. Oh! quale splendido fiore di gioventù rigogliosa!
      SECONDA DAMA. Fresco come una pesca appena colta, e piena di succo!
      TERZA DAMA. Come sono fini e voluttuosi i contorni delle sue labbra!
      QUARTA DAMA. Tu berresti volentieri a quella coppa, non è vero?
      QUINTA DAMA. Delizioso davvero! Riguardo all'eleganza vi sarebbe a dire.
      SESTA DAMA. Un po' più d'eleganza nelle membra non gli farebbe male.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Paride