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      Noi continuammo così nel bollore della nostra giovinezza, fino a che stanchi finalmente, posammo sul Parnaso, come un doppio berretto, le due montagne... Apollo si trova colà in festa, circondato dal coro delle Muse tranquille. A Giove stesso, alle sue folgori, ho portato nell'aria il trono; ora con sforzi straordinari mi sono sollevato dal fondo dell'abisso, e chiamo ad alta voce allegri abitanti per cominciare una vita nuova.
      LE SFINGI. Si direbbe che questo novellino sia di remota data, se non l'avessimo veduto noi stesse a sbucar dal suolo. Una fitta boscaglia si stende ai suoi fianchi, roccia sopra roccia pesa su di lui; una sfinge non si svia per sì poca cosa, noi non ci lasciamo distrarre dalla nostra sacra immobilità.
      I GRIFONI. Vedo brillare, attraverso i crepacci, dell'oro in fogli, ed in pagliuzze. Non vi lasciate rubare un simile tesoro; all'erta, Imsi! Affrettatevi a portarlo via.
      CORO DI FORMICHE. Poiché i giganti - l'hanno innalzata, - voi dai piedi scalpitanti, presto salitevi su pronti! - Siate agili - dentro, come fuori! - In simili crepacci - ogni, particella - è degna di essere posseduta. - Voi dovete scoprire - la minima cosa - al più presto - in tutti gli angoli. - Siate diligenti - esseri brulicanti! A noi l'oro! a noi l'oro! - Sloggiate dalla montagna!
      I GRIFONI. Qui! qui! vi è dell'oro a mucchi! Noi v'immergeremo dentro i nostri artigli, sono questi gli scrigni migliori. Il magnifico tesoro è ben custodito.
      I PIGMEI. Noi ci troviamo proprio al nostro posto; come mai? lo ignoriamo.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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