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      Se il signore del fulmine aggruppa i gonfi e neri nuvoloni, Nettuno risponde al terribile rombo, e, mentre i lampi serpeggiano lassù, onda sovr'onda si accavalla spumando al disotto, e tutto quanto vi si frappone, in balia della tempesta, a lungo bersagliato, viene finalmente inghiottito dall'abisso. E per ciò egli ci affidò oggi lo scettro, e noi voghiamo a quest'ora in pompa, calmi e leggieri.
      LE SIRENE. Salvete, sacri ministri d'Helios, prediletti del giorno splendido e sereno; salvete in quest'ora di commozione, consacrata alla festa della Luna!
      I TELCHINI. O dea amabile fra tutte! dalla tua volta superna, tu ascolti giubilante le lodi rivolte a tuo fratello; tu porgi orecchio alla fortunata Rodi; da dove s'innalza per lui un canto eterno. Sia ch'egli cominci, o termini il suo corso, egli ci guarda sempre con occhio scintillante di fiamme. Le montagne, le ville, le spiagge e le onde sono care al dio, e sembrano graziose e splendide. Non una nube erra sul nostro capo: e se per avventura alcuna se ne mostra, splende un raggio, spira un soffio d'aria, e tosto l'isola ne è purificata! Là l'Immortale si rimira in cento fogge, ora come giovinetto, ora come gigante, sempre maestoso ed affabile. Siamo noi che per i primi abbiamo rappresentato la potenza degli dei sotto la degna forma degli uomini.
      PROTEO. Lasciamoli cantare, lasciateli insuperbire nella loro jattanza! Al vitale chiarore del Sole divino le opere morte non sono più che scherzi; costoro modellano e fondono il metallo, e appena lo hanno versato nella forma cretacea, essi credono di aver fatto portenti!


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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