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      Guai a noi! guai a noi! Le tenebre hanno già invaso - tutto lo spazio. - Noi ci vediamo a stento. - Che cosa succede? Camminiamo noi forse? - scivoliamo noi con rapidità? - Non scorgi tu nulla sul suolo? - Sarebbe forse Hermes quegli che ci precede? - Non vedi tu brillare il suo scettro d'oro, - che ci fa cenno e ci ordina - di rientrare in seno alle Iadi - triste e cupo soggiorno dove si trovano - fantasmi impalpabili, luoghi sempre pieni, sebbene siano sempre vuoti?
      Sì, l'aria si oscura repentinamente, il vapore denso e grigio si dissipa senza lasciare che si manifesti la luce, e lo sguardo libero s'imbatte contro aspre mura. È forse un cortile? è forse un fosso profondo? In ogni luogo io non vedo che oggetti di spavento. Ohimè, sorelle! noi siamo prigioniere, or più che mai.
     
     
     
      Corte interna del Castello
      cinta di ricchi e fantastici edifici,
      secondo il gusto del medio evo
     
     
      LA CORIFEA. Pazze e balorde, vere femminucce! zimbelli dei capricci della felicità e della sventura, che non sapete sopportare l'una e l'altra con impassibilità! Bisogna sempre che ve ne sia una che si opponga all'altra; voi non siete mai dello stesso parere; la gioja ed il dolore possono soli farvi ridere e piangere sullo stesso tono. Silenzio! e si aspetti sommesse ciò che la magnanima sovrana delibererà per sé e per noi!
      ELENA. Dove sei tu dunque, o pitonessa? qualunque sia il nome col quale sei designata, esci dal seno delle volte di questo cupo castello! Sei tu forse andata ad annunziare il mio arrivo al misterioso signore di questi luoghi, ed a prepararmi una buona accoglienza?


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Hermes Iadi Castello