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      Allora io te ne ringrazio, e ti prego di condurmi senza indugio al suo cospetto; io sospiro il termine dei miei errori, e non desidero vivamente altro che un po' di riposo!
      LA CORIFEA. Tu lo cerchi invano, intorno a te, o regina, lo schifoso fantasma è scomparso; forse egli è rimasto nella nube in seno alla quale noi siamo qui venute, non so come, celeri come lampo e senza pur muovere un passo. Forse egli erra, smarrito nel labirinto di questo meraviglioso castello tanto vario e molteplice nella sua armonia, cercandone il signore perché si disponga a renderti gli omaggi dovuti ai principi. Ma guardate lassù, nelle gallerie, sui balconi, sotto i porticati, s'agita tutta affaccendata, una schiera numerosa di paggi! tutto ci dà l'indizio di un ricevimento nobile ed ospitale.
      IL CORO. L'animo mio si rallegra. Oh! guardate con quanta grazia, e come con passi lenti e cadenzati, il giovane e dolce drappello conduce il ben ordinato corteggio! Come e per ordine di chi questo popolo reale di adolescenti è egli così ben disposto? Non so cosa io ammiri maggiormente, se i loro movimenti dignitosi, od i loro capelli inanellati intorno alla loro splendida fronte, o le rosee gote sparse di lanugine e come pesche morbide e vellutate. Vi morderei dentro volontieri, ma non so decidermi; perché in simile caso, la bocca si riempie, cosa orribile a dirsi, di cenere. Ma questi bei giovinetti si avanzano; che cosa portano essi? I gradini per il trono, i tappeti, il cuscino, gli arazzi e gli addobbi per la tenda; la quale si spiega formando ghirlande sul capo della nostra regina; perché Elena a ciò invitata si è già seduta sul real seggio.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





Elena