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      Il ricco va mendicando uno sguardo; egli ti contempla, e tosto si sente povero come un mendicante, e ricco come un principe.
      Che cosa ero io prima? che cosa sono io ora? Che si ha da volere? Che cosa bisogna fare? il lampo dello sguardo si ammorza vicino al tuo trono.
      Noi siamo venuti dall'Oriente, ed i paesi dell'Occidente furono sottomessi. Tra un lungo corteggio di popoli il primo non sapeva nulla dell'ultimo. Il primo cadde, il secondo restò in piedi, il terzo rimase colla lancia in resta. Ognuno ne aveva cento dietro di sé; e migliaja caddero inosservati.
      Scagliandoci, precipitandoci sul nemico noi eravamo sempre vincitori. Là ove io comandava oggi, un altro saccheggiava e rubava il domani.
      La rassegna del bottino era presto fatta: l'uno s'impadroniva della più bella donna, l'altro del toro più saldo sulle zampe, e chi si trascinava dietro tutti i cavalli.
      In quanto a me, molto mi dilettava di oggetti rari e preziosi, e ciò che un altro poteva possedere era un nulla per me.
      Andavo in cerca di tesori; guidato da' miei sguardi penetranti, vedeva chiaro in tutte le tasche, tutti i forzieri erano trasparenti per me. Ebbi quindi dei mucchi d'oro, e specialmente molte pietre preziose; ma lo smeraldo solo è degno di verdeggiare sul tuo seno. Ora poi, fra le tue orecchie e la tua bocca, tremola la goccia cristallina del fondo dei mari. I rubini restano confusi, lo splendore delle tue guance li vince.
      Così, io depongo dinanzi a te i più grandi tesori, e metto ai tuoi piedi il bottino di tanti sanguinosi combattimenti.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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