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      Per quanto numerosi siano i forzieri che io trascino dietro di me, io ne possiedo ben altri; permetti che segua i tuoi passi ed io colmerò con essi i sotterranei della tua reggia.
      Appena tu ponesti il piede sui gradini del trono, l'intelligenza, la ricchezza e la forza s'inchinarono dinanzi alla più grande bellezza.
      Questi tesori che io teneva prima sotto chiave, ora io li abbandono: essi ti appartengono. Io li credeva preziosi, rari e veraci, ed ora m'accorgo che essi sono un nulla.
      Quanto io possedeva è andato in fumo; è un'erba falciata, avvizzita. Oh! tu sola, con uno sguardo sereno, puoi rendere a tutto ciò l'antico pregio!
      FAUST. Porta presto via quella roba arditamente conquistata; portala via senza biasimo, ma pur senza compenso. Ella possiede già tutto quanto havvi di prezioso in questo castello; dargliene una parte sarebbe superfluo ed inutile. Va, ammucchia con simmetria tesoro su tesoro! Fanne concepire una sublime immagine di splendore inaudito; scintillino le volte come il puro firmamento! Disponi un paradiso di di vita inanimata! stendi dinanzi a lei tappeti tempestati di fiori! il suolo offra ai suoi piedi una molle superficie! il suo sguardo s'immerga nei vivi splendori dai quali i soli dei non sono acciecati!
      LINCEO. Quanto mi comanda il padrone è ben poca cosa; il servo lo compie in un batter di ciglio. Colei che dispone dei nostri beni e del nostro sangue è codesta superba bellezza. Già tutto l'esercito è domato; le lance ed i giavellotti arrugginiscono; vicino alla forma sublime, il sole stesso diventa smorto e freddo; in confronto colla ricchezza di quel volto, ogni ricchezza del mondo è un nulla.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358