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      Il dio Pane protegge quelle località e le Ninfe della vita abitano gli spazii freschi e luminosi dei chiomati crepacci; elevandosi verso le sublimi regioni, ogni albero contro altri alberi stende ed innalza i suoi rami.
      O antiche foreste! La quercia s'innalza potentemente ed il ramo nodoso s'intreccia capricciosamente con altro ramo: e l'acero svelto e leggiero, pieno di un dolce succo, levasi in alto superbo scherzando coi venti.
      E nell'ombra silenziosa scorre maternamente un tiepido latte preparato per il bambino e per l'augello. I frutti non sono lungi, cibo saporito della pianura, e dai tronchi incavati stilla il miele.
      Qui il benessere è ereditario; ciascuno è immortale al suo posto; essi sono felici e pieni di vita!
      Così s'incammina, sotto questo cielo sempre puro, l'amabile fanciullezza verso la forza virile.
      Da ogni parte s'alza una voce che chiede con maraviglia; sono dei o sono uomini costoro?
      Apollo aveva preso in prestito la sua forma dai pastori, ed il più bello di essi gli rassomigliava; perché ove la natura si agita in tutta la sua purezza, tutti i mondi s'incatenano. (Va a sedersi vicino ad Elena.) Così la ventura ci ha riuniti; sia dimenticato il passato; oh! ravvisa in te la figlia della divinità, tu appartieni al mondo primitivo. No, tu non sarai prigioniera fra le mura. Vi è ancora per noi un beato soggiorno, un'Arcadia eternamente giovane si trova vicina a Sparta. Attratta verso questo suolo avventurato, ti ricovererai nelle braccia del più sereno e tranquillo destino.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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