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      - Lasciate che io prenda il volo! (Lanciasi nello spazio: le sue vestimenta lo portano un tratto svolazzando; raggiante ha il capo; una striscia di fuoco splende sulla sua traccia.)
      IL CORO. Icaro! Icaro! non più sciagure!
      (Un leggiadro garzone precipita appiè di Elena e di Faust; il suo volto mostra fattezze sconosciute; poco stante il corpo svanisce per aria; e l'aureola s'innalza pari ad una cometa verso il cielo, non rimanendo sul terreno che la tunica, il mantello e la lira!)
      ELENA E FAUST. Alla gioja succede tosto un dolore straziante e mortale.
      EUFORIONE (voce che vien di sotterra). Oh madre! non lasciarmi solo, o madre, nel regno delle tenebre! (Pausa.)
      IL CORO (canto funebre). Solo, ah no! - qualunque siano i luoghi da te abitati, perché crediamo di conoscerti. Ahi lasso! se tu diserti la luce del sole, nessun cuore vorrà perciò separarsi da te. Ci manca perfino la forza di gemere; noi cantiamo il tuo destino invidiandolo; nei giorni sereni e nei giorni foschi, il tuo canto ed il tuo cuore furono grandi e belli.
      Oh! nato per la felicità della terra, da illustri avi, tu di una forza singolare fornito, ahi! troppo presto rapito a te stesso e nel fiore degli anni mietuto! Sguardo profondo per contemplare il mondo, simpatia per tutte le angosce del cuore, passione ardente per le migliori donne avevi tu e canto del quale tu solo possedevi il segreto!
      Ma negli indomiti tuoi trasporti, tu ti precipitasti nel laccio fatale levandoti in aperta guerra contro i costumi e la legge. Se non che finalmente il tuo sublime spirito diede impulso alla tua nobile coscienza e fu allora che volesti conquistare la gloria suprema, ma la fortuna ti tradì.


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Faust
di Johann Wolfgang Goethe
pagine 358

   





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